A oltre sei mesi dall’approvazione della legge regionale che sanciva lo scorporo dell’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII dal Policlinico di Bari, la transizione verso l’autonomia è ancora ferma, alimentando un acceso dibattito politico. Le forze regionali, sia di maggioranza che di opposizione, si dividono sull’efficacia della misura e sulle sue reali possibilità di attuazione.
Il Movimento Cinque Stelle, attraverso il consigliere Marco Galante, ha ribadito il sostegno al progetto, sottolineando che l’indipendenza del Giovanni XXIII rappresenta un passaggio fondamentale per costruire un polo pediatrico d’eccellenza nel Sud Italia. Galante ha ricordato che già nella legge di Bilancio era stato previsto un passaggio transitorio alla ASL di Bari, poi ritenuto superabile in favore di una soluzione diretta verso l’autonomia. Tuttavia, ha evidenziato come a oggi non si registri alcun aggiornamento concreto, provocando disorientamento tra il personale sanitario. Per questo, è stata depositata una richiesta di audizione in commissione per ottenere chiarimenti da istituzioni e dirigenti coinvolti e stabilire un cronoprogramma certo.
Duro anche l’intervento del consigliere regionale del Partito Democratico Pierluigi Lopalco, che già mesi fa aveva espresso forti riserve sulla fattibilità del provvedimento. Lopalco ha definito lo scorporo come una “manovra improvvisata” e priva di strategia, sostenendo che si sia trattato di pura propaganda politica. Ha inoltre messo in evidenza la mancanza di azioni concrete, rimarcando la contrarietà del Policlinico di Bari al progetto, segno — secondo lui — di una totale assenza di basi operative solide. “Serve una pianificazione fondata su norme chiare, non su annunci”, ha dichiarato, sollecitando risposte precise da parte dei promotori dell’iniziativa.
Il centrodestra, invece, ha accusato la Regione Puglia e il centrosinistra di rallentamenti ingiustificati, definendo lo scorporo una misura “fondamentale” per garantire il diritto alla salute dei bambini. I consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, tra cui Renato Perrini e Luigi Caroli, hanno firmato una nota congiunta in cui denunciano il ritardo nell’attuazione della legge. In particolare, hanno evidenziato come il Governo centrale e il Ministero della Salute, rappresentato dal sottosegretario Marcello Gemmato, abbiano già fornito la massima disponibilità, mentre la Regione Puglia continuerebbe a tergiversare. In parallelo, è stato presentato un ordine del giorno anche in Comune a Bari per sollecitare il sindaco Leccese a intervenire.
L’assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati ha lanciato un appello pubblico affinché l’autonomia del Giovanni XXIII venga concessa senza ulteriori passaggi intermedi. Amati ha invitato i professionisti dell’ospedale a far sentire la propria voce in difesa del diritto alla salute dei piccoli pazienti. Ha poi criticato chi, secondo lui, sta tentando di rallentare l’iter legislativo usando “tecnicismi burocratici” come pretesto per rimandare o addirittura bloccare l’attuazione della legge.
Lo scontro politico attorno al futuro del Giovanni XXIII resta dunque acceso, con visioni divergenti non solo tra schieramenti opposti ma anche all’interno della stessa maggioranza regionale. Le divergenze toccano aspetti strategici, amministrativi e normativi, ma il nodo centrale resta l’assenza di atti concreti per dare piena attuazione al provvedimento.