La riforma psichiatrica italiana vive una nuova criticità con la transizione dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) alle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems). Questo cambiamento non solo modifica le strutture di accoglienza e cura, ma impone anche una riflessione profonda sul bilanciamento tra sicurezza e terapia, una sfida esposta chiaramente durante l’evento “Le relazioni pericolose – La psichiatria tra cura e custodia” organizzato dalla Asl Bari.
I dati parlano chiaro: nel 2023, l’ASL Bari ha registrato 267 pazienti con patologie psichiatriche, autori di reato, mostrando una prevalenza di disturbi di personalità e problemi legati all’abuso di sostanze. Di questi, più della metà sono ospitati in Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica (Crap), mentre altri attendono l’inserimento nelle strutture Rems disponibili in Puglia.
Il dialogo interdisciplinare promosso da Luigi Fruscio, Direttore generale della Asl Bari, ha visto la partecipazione di figure chiave come Anna Maria Camposeo, Roberto Catanesi, e Guido Di Sciascio, oltre a rappresentanti del sistema giudiziario, sottolineando la complessità del tema.
La legge 81 del 2014, punto di svolta legislativo, ha chiuso gli Opg e introdotto le Rems, con l’intento di superare la cultura custodialista e promuovere una gestione sanitaria incentrata sul paziente. Nonostante le buone intenzioni, la legge ha affrontato sfide significative nella sua applicazione, evidenziando una necessità di revisione per rispondere meglio alle esigenze di sicurezza e cura.
L’evento ha messo in luce la necessità di una maggiore collaborazione tra settori sanitario e giudiziario per garantire che la cura dei pazienti non si trasformi in stigmatizzazione o esclusione. La delicatezza di questi equilibri riflette la tensione continua tra tutela della comunità e rispetto dei diritti dei pazienti, una dinamica che continua a definire il futuro della psichiatria forense in Italia.