Il personale della Polizia Locale di Bari ha avviato una fase di forte protesta dopo l’assemblea del 1° aprile, convocata per discutere dei recenti provvedimenti disciplinari disposti nei confronti di nove agenti. Tali sanzioni sono il risultato del lavoro condotto dalla Commissione Ministeriale di Accesso, istituita in un contesto di particolare tensione politica, legato alla possibilità di scioglimento del Consiglio Comunale.
Secondo le organizzazioni sindacali, le misure adottate si sono rivelate sproporzionate e squilibrate, colpendo esclusivamente i lavoratori, mentre resterebbero immuni da qualsiasi conseguenza gli esponenti della classe politica e i vertici amministrativi. Le contestazioni rivolte agli agenti riguarderebbero, in molti casi, episodi considerati marginali, privi di rilievo penale e risalenti a molti anni fa, quando alcuni dei soggetti coinvolti non erano ancora in servizio presso il Comune.
Le sigle sindacali coinvolte – tra cui Cisl Fp, Uil Fpl, Csa e Sulp – hanno evidenziato una forte disparità di trattamento, sottolineando come le decisioni abbiano avuto un impatto negativo esclusivamente sul personale operativo. A emergere sarebbe un senso diffuso di abbandono, alimentato da una gestione percepita come punitiva e da una narrazione mediatica che avrebbe esposto ingiustamente gli agenti all’opinione pubblica.
Alla luce di quanto emerso, è stato preannunciato l’avvio dello stato di agitazione del personale, come risposta concreta a una situazione giudicata insostenibile. Le organizzazioni sindacali hanno comunicato l’intenzione di proseguire con ulteriori iniziative, con l’obiettivo di tutelare la dignità e la professionalità degli agenti coinvolti, esigendo un confronto più equo con l’amministrazione.