Perquisizioni della Guardia di Finanza: indagini sulla manipolazione delle emissioni di CO2 di Adi Spa

Le operazioni, che coinvolgono dieci indagati per il reato di truffa ai danni dello Stato, si inseriscono nell'ambito delle indagini della Procura di Taranto

Questa mattina, i militari della Guardia di Finanza di Bari hanno condotto una serie di perquisizioni nelle province di Bari, Taranto, Milano, Monza-Brianza e Modena. Le operazioni, che coinvolgono dieci indagati per il reato di truffa ai danni dello Stato, si inseriscono nell’ambito delle indagini della Procura di Taranto. Al centro delle investigazioni, l’azienda Acciaierie d’Italia Spa (Adi Spa) e la presunta manipolazione artificiosa dei dati sulle emissioni di CO2.

Gli Indagati e la Società Coinvolta

I destinatari dei decreti di perquisizione sono amministratori, procuratori, dipendenti e collaboratori pro tempore di Adi Spa. La società, attualmente sotto amministrazione straordinaria, gestisce lo stabilimento ex Ilva di Taranto. Le accuse riguardano le operazioni svolte prima dell’entrata in amministrazione straordinaria, e mirano a far luce su presunti illeciti legati alla gestione delle emissioni di CO2.

Il Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione

Le indagini si sono focalizzate sul funzionamento del Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione (EU ETS), principale strumento dell’Unione Europea per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Questo sistema stabilisce un tetto massimo per le emissioni consentite, permettendo ai partecipanti di acquistare e vendere diritti di emissione di CO2 secondo le necessità. L’obiettivo è mantenere alti i prezzi dei titoli per disincentivare la domanda e indurre le imprese a inquinare meno.

Le Accuse di Manipolazione dei Dati

Secondo l’accusa, Adi Spa avrebbe falsificato i dati nel piano di monitoraggio e rendicontazione al Comitato ETS, dichiarando consumi di materie prime e quantità di prodotti finiti e semilavorati non corrispondenti alla realtà. Queste alterazioni avrebbero permesso all’azienda di restituire un numero inferiore di quote CO2 ‘consumate’ nel 2022 e ottenere gratuitamente più quote per il 2023 di quelle effettivamente spettanti.

Il Presunto Ingiusto Profitto

La tesi accusatoria sostiene che tali pratiche abbiano procurato un ingiusto profitto per Adi Spa. Da un lato, la società avrebbe risparmiato sulle spese restituendo allo Stato un numero inferiore di quote CO2. Dall’altro, avrebbe ottenuto maggiori ricavi grazie al riconoscimento di un numero eccedente di quote gratuite, danneggiando così il mercato primario delle ‘aste pubbliche’ dello Stato.

Obiettivi delle Perquisizioni

Le perquisizioni in corso mirano a trovare ulteriori prove documentali, amministrative e contabili che possano corroborare le accuse. Gli inquirenti puntano a ricostruire con precisione le procedure adottate e a determinare esattamente le quote di emissione spettanti ad Adi Spa. Il prosieguo delle indagini sarà cruciale per confermare o smentire le accuse mosse contro gli indagati.

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