Secondo l’associazione degli agricoltori, si prevede un calo della produzione delle olive compreso tra il 30% e il 40%, causato dalla prolungata siccità e da eventi climatici estremi. Nonostante il crollo delle rese, la qualità dell’olio rimane alta, dimostrando la capacità del settore di adattarsi alle difficoltà e il successo delle pratiche agronomiche adottate. Le imprese agricole pugliesi hanno investito in tecniche sostenibili e varietà resistenti, riuscendo così a preservare l’eccellenza dell’olio extravergine, nonostante le difficoltà.
A complicare ulteriormente la situazione c’è stato anche l’aumento dei costi di produzione, che ha portato a un incremento dei prezzi dell’olio pugliese. Negli ultimi quattro anni, si è verificato un aumento medio del 36% dei prezzi alla produzione, riducendo la differenza tra oli DOP/IGP e quelli convenzionali.
La Puglia, nonostante le difficoltà, continua a svolgere un ruolo di rilievo nel panorama olivicolo italiano. Nel 2022 la regione ha superato la Toscana, diventando la principale produttrice di oli certificati per valore, contribuendo al 28% del valore della produzione nazionale di oli a indicazione geografica. Questo risultato mette in luce la resilienza del settore e la capacità dei produttori pugliesi di rispondere alle sfide poste dal mercato e dal cambiamento climatico.
In definitiva, il comparto olivicolo pugliese affronta una stagione complessa, caratterizzata da una forte riduzione della resa e un aumento dei costi di produzione, ma con la possibilità di compensare il calo grazie all’elevata qualità del prodotto e alla fiducia dei consumatori. Il futuro del settore dipenderà dalla capacità di mantenere la qualità e di far fronte alle nuove sfide climatiche ed economiche.