È stato un blitz ad ampio raggio, condotto tra l’Albania, l’Italia e il Belgio, a sgominare un imponente traffico internazionale di stupefacenti. L’operazione, denominata Ura, ha portato all’arresto di 52 persone, tra cui 12 cittadini italiani e 40 albanesi, colpiti da provvedimenti cautelari emessi dalle autorità giudiziarie di Bari e Tirana. L’intervento, scattato all’alba, è stato eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia di Bari e dalle Autorità Albanesi, con il supporto dell’Interpol, della Polizia Albanese e dell’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza a Tirana.
Le accuse mosse agli indagati comprendono traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio e abuso d’ufficio. I provvedimenti restrittivi, 49 dei quali eseguiti in carcere, 1 ai domiciliari e 2 con obbligo di firma, sono il frutto di un’intensa attività investigativa avviata tra il 2021 e il 2022 dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e dalla Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana. L’inchiesta si è svolta con il coordinamento di Eurojust e della Direzione Nazionale Antimafia di Roma.
L’indagine ha rivelato l’esistenza di un solido asse criminale tra i Balcani, il Sud America e l’Italia, dedito al traffico di cocaina ed eroina. La droga, dopo essere stata tagliata e confezionata in panetti in laboratori artigianali nel barese, veniva distribuita alle organizzazioni malavitose di Puglia e dintorni. La Dia ha documentato, a partire dal 2016, un vero e proprio flusso transnazionale di stupefacenti, alimentato da gruppi criminali strutturati e organizzati come vere e proprie holding del crimine.
Una novità significativa emersa dall’indagine è l’uso delle chat criptate della piattaforma Skyecc. Acquisite tramite Ordini Europei d’Indagine dal Tribunale di Parigi, le conversazioni sono state decodificate e incrociate con altri elementi investigativi, fornendo prove decisive per le contestazioni di reato. Questi dati si sono rivelati fondamentali per ricostruire le dinamiche dei traffici e dei pagamenti, che avvenivano anche tramite corrieri su autobus di linea, per un totale di circa 4,5 milioni di euro trasferiti illegalmente dalla Puglia all’Albania.
Sono stati effettuati sequestri patrimoniali ingenti sia in Italia che in Albania, per un valore di diversi milioni di euro. Nel nostro Paese, sono stati sequestrati 9 appartamenti, 4 società, 7 conti correnti e 3 autovetture. In Albania, il sequestro ha interessato numerosi beni, tra cui immobili di pregio, 2 società edilizie, 4 ristoranti, 1 agenzia immobiliare e persino una rete televisiva. I provvedimenti giudiziari hanno colpito anche esponenti di spicco, come i vertici di una potente famiglia criminale di Durazzo, membri della polizia albanese, un avvocato e sei autisti coinvolti nel trasporto del denaro illecito.
Le prove raccolte dagli investigatori includono anche sequestri record di droga e contante. Tra questi, oltre 30 chili di eroina in laboratori pugliesi, 2 tonnellate di cocaina nel porto di Rotterdam, 932 chili nel porto di Gioia Tauro e 400 chili di hashish a Noicattaro. A Durazzo, è stato intercettato un carico di 3 milioni di euro in contanti, mentre a Bari sono state documentate consegne di denaro per importi fino a mezzo milione di euro, destinate all’acquisto di nuove partite di cocaina.
Il Gip di Bari ha riconosciuto la pericolosità e l’elevato grado di organizzazione delle associazioni criminali coinvolte. Secondo il giudice, i narcotrafficanti albanesi avrebbero compiuto un “salto di qualità” grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, dimostrando un’efficienza imprenditoriale tale da equiparare le loro attività a vere e proprie multinazionali del crimine, capaci di gestire l’intero ciclo dello stupefacente, dalla produzione alla distribuzione.