L’Università di Bari si unisce a Torino nel rifiuto del bando di ricerca Italo-Israeliano

Questa posizione, che si aggiunge a quella simile presa dall'Università di Torino, evidenzia una crescente sensibilità da parte delle istituzioni accademiche italiane nei confronti delle implicazioni etiche legate alla cooperazione internazionale in tempi di conflitto

In una mossa che segna una presa di posizione significativa nel panorama accademico italiano, l’Università di Bari ha annunciato la sua decisione di non partecipare al bando promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci). Questa decisione, che ricalca quella precedentemente adottata dall’Università di Torino, è stata presa in segno di protesta contro le attuali tensioni belliche, con un chiaro appello al cessate il fuoco.

La decisione è stata presa durante una sessione straordinaria del senato accademico dell’Università di Bari, tenutasi il 9 aprile, sotto la guida del rettore Stefano Bronzini. In questa occasione, è stato votato all’unanimità il rifiuto di partecipare al bando Maeci, il quale mira a rafforzare la collaborazione tra Italia e Israele in campi chiave quali la ricerca scientifica, tecnologica e industriale.

L’Università di Bari, attraverso questa decisione, intende non solo distanziarsi da qualsiasi iniziativa che possa essere interpretata come un sostegno indiretto alle attività belliche, ma anche invocare esplicitamente un cessate il fuoco. Questa posizione, che si aggiunge a quella simile presa dall’Università di Torino, evidenzia una crescente sensibilità da parte delle istituzioni accademiche italiane nei confronti delle implicazioni etiche legate alla cooperazione internazionale in tempi di conflitto.

La decisione dell’Università di Bari è stata in gran parte motivata dalle preoccupazioni espresse dalla comunità studentesca e accademica, che ha visto nel bando Maeci un potenziale conflitto con i valori di pace e cooperazione internazionale.

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