A Bari, un’indagine ha rivelato l’esistenza di una rete di spaccio gestita da persone comuni e insospettabili: casalinghe, ex militari, studenti e professori. Questo gruppo gestiva un vasto traffico di droga, utilizzando luoghi apparentemente innocui per nascondere gli stupefacenti. Nei condomini del centro città, venivano allestiti depositi segreti per conservare le sostanze, creando un’invisibile rete di distribuzione nel cuore della vita quotidiana.
Spaccio nei parcheggi e pagamenti in luoghi insoliti
Le modalità di spaccio erano tanto ingegnose quanto rischiose. Gli stupefacenti venivano lasciati in bidoni dei rifiuti all’interno di parcheggi, spesso in luoghi frequentati come una scuola calcio sulla strada per Palese o addirittura presso l’Ikea, stando alle rivelazioni di un pentito. Dopo aver ritirato la droga, i pagamenti avvenivano in contanti in luoghi insospettabili, come una pescheria situata nelle vicinanze. Questo metodo permetteva di mantenere un’apparenza di normalità, rendendo difficile per le forze dell’ordine intercettare il traffico.
Una rete nascosta dietro la facciata di vite comuni
Ciò che rendeva l’organizzazione particolarmente difficile da individuare era la natura insospettabile dei suoi membri. Persone apparentemente integrate nella vita cittadina, come casalinghe e insegnanti, partecipavano attivamente al traffico, rendendo la rete difficile da smantellare. L’uso di luoghi quotidiani per il deposito e la consegna della droga aumentava ulteriormente la complessità dell’indagine, sfuggendo ai normali sospetti delle autorità.