Bari, nove agenti della Polizia locale trasferiti per presunte vicinanze ai clan

La decisione arriva dopo l'inchiesta "Codice Interno", che ha portato a oltre 130 arresti

Nove agenti della Polizia locale di Bari sono stati destinati ad altre mansioni che non prevedono l’uso dell’arma di servizio, a seguito degli accertamenti condotti dalla commissione nominata dopo il blitz “Codice Interno”. L’operazione, che ha portato a oltre 130 arresti per voto di scambio politico-mafioso, ha fatto emergere elementi che indicherebbero una “contiguità inopportuna con i clan mafiosi”.

Secondo quanto riportato dall’Ansa e dalla Gazzetta del Mezzogiorno, la motivazione ufficiale del provvedimento sarebbe legata a “esigenze di servizio”, anche se si tratterebbe di una scelta strategica per evitare impugnazioni. Nella relazione inviata al Viminale, gli ispettori hanno evidenziato come gli elementi raccolti sugli agenti risalgano anche a più di dieci anni fa, facendo emergere possibili legami non consentiti con ambienti malavitosi.

La decisione rappresenta un nuovo sviluppo nell’ambito dell’inchiesta “Codice Interno”, che ha messo in luce un sistema di infiltrazioni criminali nel tessuto politico e amministrativo della città. Gli agenti coinvolti non sono stati accusati penalmente, ma la loro ricollocazione in ruoli non operativi è stata ritenuta necessaria per motivi di opportunità e sicurezza istituzionale.

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