Un’inchiesta giudiziaria di vasta portata ha messo in luce come la mafia abbia esteso il suo controllo anche sull’Amtab, l’azienda municipalizzata che gestisce il trasporto pubblico a Bari, infiltrandosi in vari aspetti del suo funzionamento. Tra le pratiche illecite emergono il mercato delle assunzioni, con tariffe che arriverebbero a 20mila euro per garantire un posto di lavoro all’interno dell’ente, e il lucroso business delle manutenzioni dei bus, dove “volano le buste” in cambio di appalti per le riparazioni.
Il caso più emblematico dell’interferenza mafiosa riguarda tuttavia la gestione dei parcheggi in occasione di eventi di grande richiamo presso il Palaflorio e lo stadio della Vittoria. In queste circostanze, i clan imponevano un costo di 5 euro per il parcheggio anche nelle aree che, per diritto, avrebbero dovuto essere gestite esclusivamente dall’Amtab. Questa attività illecita si svolgeva con la complicità o l’inerzia dell’azienda, che si trovava privata di una fonte di reddito legittimo e, contemporaneamente, esposta a ulteriori rischi legali e di immagine.
Le carte dell’inchiesta, che ha portato all’emissione di 130 misure cautelari, rivelano un quadro preoccupante di come le organizzazioni criminali riescano a infiltrarsi nelle strutture pubbliche e nelle attività economiche, distorcendone le funzioni e sfruttandole per i propri fini illeciti