Scatta il conto alla rovescia per il futuro dell’ex Ilva di Taranto. Entro il 15 settembre 2025 dovranno essere presentate le offerte vincolanti da parte delle multinazionali interessate a rilevare in tutto o in parte il sito siderurgico. Lo prevede il nuovo bando pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, aggiornato in base all’intesa sull’accordo di programma per la decarbonizzazione del polo industriale, siglata lo scorso 12 agosto.
Nel bando è stato introdotto il vincolo ambientale, considerato un passaggio strategico per il rilancio produttivo e la sostenibilità dell’impianto. Il piano prevede la costruzione di tre forni elettrici alimentati con preridotto (un semilavorato del ferro meno impattante rispetto alla materia prima tradizionale). Resta invece incerta l’ipotesi dell’approdo a Taranto di una nave rigassificatrice, progetto osteggiato da tempo dal Comune e tuttora in fase di valutazione.
Il bando aggiornato è stato inviato ai dieci gruppi industriali che in passato avevano manifestato interesse. Tra questi, Baku Steel (Azerbaigian), Jindal International (India) e Bedrock (Stati Uniti), tutti potenzialmente interessati all’acquisizione dell’intero perimetro produttivo dell’ex Ilva.
Sul fronte occupazionale resta aperta la questione della cassa integrazione straordinaria. L’azienda ha chiesto l’estensione degli ammortizzatori sociali ad altri 1.000 lavoratori, che si aggiungerebbero ai 4.000 già coinvolti, di cui 3.500 solo nello stabilimento di Taranto. Un incontro decisivo è fissato per il 28 agosto presso il Ministero del Lavoro, con l’obiettivo di fare chiarezza sul destino degli esuberi e trovare soluzioni condivise.
Il giorno successivo, il 29 agosto, i sindacati incontreranno i gruppi parlamentari, in una nuova iniziativa per sensibilizzare le forze politiche sulle ricadute occupazionali e industriali del dossier ex Ilva.