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Di Venere, aggressione a due infermieri nel Pronto Soccorso: solidarietà e azioni legali in sostegno alle vittime

I due operatori sanitari ieri pomeriggio sono stati aggrediti da una donna che attendeva la dimissione di suo figlio

Ieri pomeriggio, al Pronto Soccorso dell’ospedale Di Venere, due infermieri sono stati aggrediti da una donna che attendeva la dimissione di suo figlio. L’incidente, reso noto dalla Asl Bari, ha suscitato profonda preoccupazione e una forte condanna verso l’aggressione ai danni del personale sanitario, essenziale nel mantenimento del servizio pubblico.

Dettagli dell’Aggressione e Conseguenze per gli Infermieri

Gli infermieri coinvolti hanno subito lesioni che hanno richiesto rispettivamente 10 e 15 giorni di prognosi. La situazione di emergenza era aggravata dall’arrivo simultaneo di casi urgenti, classificati come codici rossi, che hanno richiesto l’attenzione immediata del personale. Di fronte a tale scenario, l’intervento della Polizia di Stato è stato tempestivo, garantendo la sicurezza mediante l’arrivo di una volante sul posto.

Le Misure Adottate dalla Asl Bari

In risposta a questo e a simili episodi, la Asl Bari ha annunciato il supporto continuo ai propri dipendenti attraverso l’assistenza legale offerta dal proprio ufficio. La direzione sanitaria ha anche evidenziato un problema culturale riguardante l’atteggiamento di alcuni utenti del servizio di pronto soccorso, che percepiscono i tempi di attesa come una semplice perdita di tempo piuttosto che come un necessario processo clinico per gestire le priorità.

Rafforzamento delle Leggi contro la Violenza sul Personale Sanitario

La Asl Bari ha inoltre sottolineato come il nuovo quadro legislativo, incluso il Decreto legislativo del 19 marzo 2024 n. 31 entrato in vigore il 4 aprile, consenta azioni legali immediate in caso di lesioni personali ai professionisti sanitari, a prescindere dalla gravità delle lesioni e dalla volontà della vittima di sporgere denuncia. La normativa vigente prevede anche pene severe, con reclusioni che vanno dai due ai cinque anni, e possono estendersi fino a sedici anni per lesioni gravissime.

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