Con l’approvazione definitiva da parte della Camera, è stata salvaguardata la rappresentanza territoriale nei Consigli regionali, scongiurando tagli che avrebbero colpito in particolare Regioni come la Puglia. La norma interviene a tutela dell’equilibrio istituzionale, bloccando un ridimensionamento del numero dei consiglieri che avrebbe potuto alterare il principio di rappresentatività democratica.
La Puglia, in particolare, rischiava una netta riduzione dei propri consiglieri regionali a causa di una lieve flessione demografica, con la concreta possibilità che intere aree rimanessero senza rappresentanza. Una prospettiva che avrebbe messo in discussione la parità di trattamento tra territori diversi per dimensioni e popolazione.
Soddisfazione è stata espressa dai vertici regionali di Forza Italia, con il segretario Mauro D’Attis e il vice segretario, il senatore Dario Damiani, che hanno definito la norma “fondamentale per garantire che tutti i cittadini abbiano voce nelle istituzioni, a prescindere dalle dinamiche demografiche momentanee”.
La questione nasce dalla norma precedente, che legava il numero dei consiglieri al dato della popolazione residente. Una logica matematica che, seppur in apparenza corretta, rischiava di produrre effetti paradossali: secondo Damiani, la Puglia avrebbe avuto lo stesso numero di consiglieri di Regioni con circa la metà degli abitanti, ovvero due milioni contro i quattro pugliesi.
Un ulteriore effetto critico sottolineato riguarda la possibile esclusione di intere province dalla rappresentanza, un danno sia per la maggioranza sia per l’opposizione, con conseguenze gravi sul piano del pluralismo politico e della tutela dei territori. L’assenza di consiglieri provenienti da specifiche aree avrebbe compromesso l’equilibrio tra le diverse realtà locali e minato la legittimità delle istituzioni.
La nuova norma approvata interviene per ricalibrare i criteri di assegnazione dei seggi, tenendo conto anche di aspetti qualitativi legati alla rappresentanza territoriale, e non soltanto numerici. Una scelta che riconosce l’importanza del radicamento istituzionale e del legame con le comunità.
L’intervento legislativo arriva in un momento delicato per le autonomie locali, spesso messe in discussione da dinamiche centralistiche o da parametri tecnici che non tengono conto della complessità del territorio. Con questa modifica normativa, il Parlamento ha scelto di rafforzare il principio di equità istituzionale, evitando distorsioni e garantendo a tutte le province il diritto a esprimere rappresentanti.