Personale Ata in Puglia: solo 600 assunzioni su oltre 4.000 candidati

Nel 2025/26 in Puglia entrerà in ruolo meno del 10% dei collaboratori scolastici, mentre il precariato resta una piaga strutturale secondo la Flc Cgil

La Puglia si prepara al nuovo anno scolastico 2025/26 con numeri che alimentano l’allarme sul precariato del personale Ata. Nonostante siano oltre 4.000 gli aspiranti inseriti nelle graduatorie provinciali, le immissioni in ruolo previste saranno circa 600. È quanto emerge dai dati diffusi dalla Flc Cgil regionale, che denuncia un sistema di reclutamento incapace di rispondere alla reale domanda occupazionale.

Nel dettaglio, la situazione più critica si registra nella provincia di Bari, dove a fronte di 1.196 collaboratori scolastici in graduatoria, solo 119 verranno assunti a tempo indeterminato, pari appena al 9,95% del totale. Il sindacato segnala tempi di attesa che superano il decennio, tenendo conto anche dei 2-4 anni di precariato richiesti per accedere alle graduatorie.

Le condizioni non migliorano significativamente per gli altri profili Ata. In media regionale, la percentuale di assunzione si attesta al 23% per il personale amministrativo e al 20% per gli assistenti tecnici, ma serviranno comunque dai 4 ai 5 anni per esaurire le attuali graduatorie. Anche in questo caso, il numero dei posti disponibili non corrisponde al reale fabbisogno delle scuole.

Situazione complessa anche per i Dsga, i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi. Le assunzioni previste in Puglia saranno 17, di cui solo 8 derivanti dalla graduatoria del concorso ordinario. Secondo la Flc Cgil, il problema è aggravato dal recente dimensionamento scolastico, che ha portato al taglio di oltre 60 istituti negli ultimi due anni, riducendo formalmente i posti ma aumentando di fatto il carico di lavoro nelle scuole accorpate.

“Il Ministero dell’Istruzione continua ad assumere solo sul turn over”, denuncia la Flc Cgil, sottolineando come vi siano in realtà posti disponibili per triplicare le immissioni in ruolo. Il risultato, secondo il sindacato, è un precariato cronico, con retribuzioni ai limiti della sussistenza.

Infine, la Flc Cgil ribadisce il proprio impegno: “La nostra battaglia è per difendere i diritti di lavoratori spesso considerati di serie B, ma essenziali per il corretto funzionamento delle scuole”.

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