Mesotelioma in Puglia: oltre 2.200 casi in trent’anni, Bari e Taranto le più colpite

Un’indagine epidemiologica rivela dati preoccupanti sulla diffusione del mesotelioma, con incidenze legate all’amianto in ex siti industriali e ambienti di lavoro

In Puglia, dal 1993, sono stati rilevati 2.281 casi di mesotelioma, una forma aggressiva di tumore collegata principalmente all’esposizione all’amianto. Questo dato emerge dal Centro operativo regionale (Cor) della Puglia, integrato nell’unità operativa complessa di Medicina del lavoro del Policlinico di Bari, e riflette un’incidenza superiore del 12,6% rispetto alla media nazionale per i casi di origine ambientale.

La provincia di Bari guida la classifica regionale con 900 diagnosi registrate nell’arco degli ultimi tre decenni, confermandosi come il territorio più colpito. Seguono Taranto con 647 casi, Lecce con 281, Foggia con 172, Brindisi con 166, e infine la Bat con 135. Tuttavia, il tasso di incidenza risulta particolarmente elevato a Taranto in proporzione alla popolazione.

A Bari, il numero di casi riconducibili a esposizione professionale è pari a 177, mentre 113 sono legati a fonti ambientali. Un elemento chiave è la presenza dell’ex stabilimento Fibronit, attivo nella produzione di cemento-amianto fino al 1985, che ha inciso significativamente sull’ambiente circostante. Infatti, molti dei casi ambientali sono stati riscontrati tra i residenti entro un raggio di due chilometri dallo stabilimento, successivamente bonificato e trasformato in area destinata a parco urbano.

Anche Taranto presenta un quadro allarmante, con 389 casi complessivi: 227 di origine professionale e 22 ambientali. Un segmento rilevante riguarda i 100 ex lavoratori dell’ex Ilva, colpiti dalla patologia. La presenza storica di attività industriali pesanti ha contribuito all’elevata esposizione all’amianto nella zona.

Durante un convegno organizzato dal Segretariato italiano studenti in Medicina, sezione di Bari, sono stati illustrati i dettagli dell’indagine, sottolineando la necessità di interventi urgenti di bonifica e prevenzione. “L’unica vera arma contro il mesotelioma è la prevenzione, perché si tratta di un tumore con tassi di sopravvivenza molto bassi”, ha dichiarato Camillo Porta, direttore dell’Oncologia medica del Policlinico di Bari.

Luigi Vimercati, referente del Cor Puglia per il registro nazionale dei mesoteliomi, ha evidenziato che le forme ambientali a Bari sono il doppio rispetto alla media nazionale, un dato che accentua l’urgenza di monitorare le zone contaminate.

Infine, Antonio Sanguedolce, direttore generale del Policlinico di Bari, ha concluso che i dati raccolti consentono di identificare le fonti di rischio, monitorare l’andamento della malattia e valutare l’efficacia delle misure preventive già adottate, invitando a rafforzare le strategie di sanificazione ambientale e tutela dei lavoratori.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Nel 2025/26 in Puglia entrerà in ruolo meno del 10% dei collaboratori scolastici, mentre il...
Bollino rosso sulle strade italiane per le partenze di metà agosto, Anas riduce i cantieri...
In arrivo contributi fino a 130mila euro per ciascun Comune: 32 mezzi a zero emissioni...

Altre notizie