Incendi estivi in Puglia, bruciati quasi 7mila ettari di vegetazione: “Serviranno fino a 15 anni per ricostituire i boschi”

Coldiretti: “Danno incalcolabile all’ecosistema. Foggia la provincia più colpita”

Quasi 7mila ettari di vegetazione sono andati in fumo in Puglia dal mese di giugno al 10 agosto 2025. Il dato, elaborato da Coldiretti Puglia sulla base delle rilevazioni Effis (European Forest Fire Information System), fotografa un’estate segnata da roghi diffusi che hanno colpito gravemente il patrimonio naturale della regione.

La provincia di Foggia è la più colpita, con 4.804 ettari bruciati, seguita da Taranto (890 ettari), Lecce (509), BAT (400) e Bari (338). Coldiretti parla di “danno incalcolabile per l’ecosistema”, sottolineando l’enorme impegno di vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine per arginare le fiamme in aree di alto valore naturalistico, turistico e produttivo.

Dalla Carta dei tipi forestali emerge che la Puglia, pur avendo una superficie boschiva ridotta, custodisce un patrimonio unico di biodiversità: nei suoi boschi si trovano tutte le 10 specie di quercia presenti in Italia, comprese le due endemiche vallonea e fragno. Le categorie più estese sono i boschi di cerro, farnetto, fragno e vallonea (46.712 ettari, 19% del totale), la macchia mediterranea (42.594 ettari, 17%) e le pinete di pini mediterranei (29.553 ettari, 12%).

Secondo Coldiretti, la ricostituzione dei boschi ridotti in cenere richiederà fino a 15 anni, con inevitabili ricadute su fauna, flora, paesaggio e attività economiche legate all’agricoltura e al turismo.

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