Donne contro la mafia: la Puglia raccontata da France 24

Il reportage "Italie des femmes contre la mafia" svela la resistenza femminile contro la sacra corona unita, tra coraggio civile e battaglie istituzionali

Il 16 maggio 2025, France 24 ha trasmesso un servizio speciale di 26 minuti interamente dedicato alla Puglia, nel quale ha messo in luce il volto meno conosciuto e spesso taciuto della criminalità organizzata italiana: la sacra corona unita (scu). Il reportage, intitolato “Italie des femmes contre la mafia”, è il frutto di un’inchiesta sul campo condotta da tre noti giornalisti francesi – Rémi Cadoret, Bertrand Aguirre e Bernard Bedarida – che hanno trascorso dieci giorni nella regione per documentare la realtà della cosiddetta “quarta mafia”.

L’obiettivo della produzione francese non è stato solo informare l’opinione pubblica internazionale, ma anche rompere il silenzio mediatico che avvolge questa organizzazione criminale pugliese, attiva nel traffico di droga, nelle estorsioni e nell’infiltrazione dell’economia legale.

Al centro del reportage storie di donne che sfidano apertamente la scu, pagando un prezzo altissimo per la loro determinazione. Tra queste, spiccano Sabrina e Viviana Matrangola, figlie di Renata Fonte, assessora comunale uccisa nel 1984 a Nardò per essersi opposta alla cementificazione del parco naturale di Porto Selvaggio. Oggi, le due sorelle percorrono le scuole della Puglia per raccontare la storia della madre e trasmettere alle giovani generazioni un messaggio di coraggio e consapevolezza.

Una voce inarrestabile nella lotta alla mafia è quella di Marilù Mastrogiovanni, giornalista d’inchiesta e direttrice del giornale online Il Tacco d’Italia, nonché fondatrice del Forum delle Giornaliste del Mediterraneo. Con i suoi articoli ha denunciato la collusione tra criminalità, politica e imprenditoria nel Salento, diventando bersaglio di minacce, incendi e querele intimidatorie. Nonostante ciò, non ha mai smesso di scrivere, consapevole che il giornalismo può essere un’arma di resistenza contro il potere mafioso e la cultura patriarcale.

Anche dalle istituzioni arriva una risposta forte e decisa, rappresentata da donne come la procuratrice Bruna Manganelli e la dirigente della Polizia di Stato Rosaria Di Blasi, le cui indagini, basate su intercettazioni, pentiti e strumenti legislativi avanzati, hanno permesso di colpire duramente diversi clan. Le due funzionarie sono state mostrate nel documentario mentre operano nei loro ambienti quotidiani, dando volto e voce a un’azione investigativa che punta a smantellare sistematicamente le strutture mafiose.

“Italie des femmes contre la mafia” offre un racconto potente e necessario, che documenta come, in un contesto dominato dall’omertà e dal pericolo, la determinazione di alcune donne riesca a scardinare il silenzio e a costruire un’alternativa possibile.

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