La Cassazione ha dato il via libera al referendum per l’abrogazione totale dell’autonomia differenziata, accogliendo la legittimità del quesito proposto. Questo pronunciamento segna un punto cruciale in un dibattito acceso, nonostante la recente sentenza della Corte costituzionale che aveva evidenziato sette profili di illegittimità nella legge. Al contrario, la proposta di un referendum per l’abrogazione parziale è stata rigettata, in quanto le parti oggetto del quesito sono già state dichiarate illegittime.
Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, ha accolto con favore questa decisione. “La pronuncia della Corte di Cassazione conferma che il quesito abrogativo resta attuale, nonostante le obiezioni dei sostenitori della legge Calderoli. La sentenza della Corte costituzionale n. 192/2024 non ha minato la legittimità del referendum totale”, ha dichiarato Emiliano. La sua posizione riflette il sostegno delle regioni che si oppongono alla riforma, tra cui Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna e Puglia.
Leonardo Donno, deputato del Movimento 5 Stelle, ha definito l’approvazione della Cassazione una nuova battuta d’arresto per il governo guidato da Giorgia Meloni. “Il centrodestra subisce un altro colpo. Questa riforma, che rischiava di dividere il Paese, si dimostra sempre più fallimentare. La bocciatura della Corte costituzionale e il via libera al referendum confermano la necessità di opporsi a politiche dannose per l’Italia”, ha affermato Donno.
La sentenza rappresenta un passo significativo per chi si è opposto al progetto sin dall’inizio, ribadendo la centralità del referendum come strumento democratico per affrontare una questione controversa. Con l’esito della Corte costituzionale ancora in sospeso, il tema dell’autonomia differenziata resta un terreno di scontro politico e istituzionale.