La Regione Puglia ha presentato un nuovo disegno di legge destinato alle Camere, con l’obiettivo di rivedere e integrare la legge n. 86/2024 – conosciuta come legge Calderoli – sull’autonomia differenziata. L’iniziativa nasce dopo la sentenza n. 192/2024 della Corte Costituzionale, che ha accolto in parte il ricorso pugliese e limitato la portata della normativa nazionale.
Il testo è stato elaborato da un gruppo di lavoro istituito dal presidente Michele Emiliano e guidato dal capo dell’Avvocatura regionale, Rossana Lanza, in collaborazione con magistrati amministrativi e docenti universitari. L’approccio proposto mira a un modello di autonomia “solidale e cooperativa”, basato su un federalismo fiscale orientato alla collaborazione tra territori.
Tra le principali novità, la proposta prevede che l’autonomia differenziata possa essere applicata solo dopo l’attivazione completa del fondo perequativo stabilito dalla Costituzione, strumento essenziale per garantire una distribuzione equa delle risorse. Viene inoltre chiesta l’abolizione della distinzione tra materie LEP (Livelli Essenziali di Prestazione) e non LEP, introdotta dalla legge Calderoli, al fine di evitare squilibri nella gestione delle competenze.
Altro punto rilevante riguarda la necessità di motivare ogni richiesta di funzioni aggiuntive con criteri legati all’efficienza amministrativa, e l’introduzione di un maggiore coinvolgimento delle altre Regioni nelle trattative, attraverso un ruolo rafforzato della Conferenza Stato-Regioni.
Come ha sottolineato il presidente Emiliano, l’obiettivo è evitare che l’autonomia aggravi le disuguaglianze territoriali, puntando invece a ridurle attraverso un sistema che parta da una distribuzione equilibrata delle risorse. La Regione Puglia, con questa proposta, intende aprire un percorso legislativo che coniughi il rispetto delle peculiarità locali con il rafforzamento della coesione nazionale.