Neonato morto nella culla termica a Bari: era vivo al momento dell’abbandono

La consulenza genetica conferma la presenza di urina del piccolo sulla culla: indagini verso la chiusura, si ipotizza omicidio colposo

Emergono nuovi e decisivi elementi sull’inchiesta relativa alla morte del neonato abbandonato nella culla termica di una chiesa di Bari, avvenuta lo scorso 2 gennaio. Gli esiti di una consulenza genetica disposta dalla Procura di Bari confermano che il piccolo, ribattezzato simbolicamente “Angelo”, era ancora vivo al momento dell’abbandono nella struttura della chiesa di San Giovanni Battista.

La perizia, affidata al genetista Carlo Previderè dell’Università di Pavia, ha accertato che la sostanza ritrovata sul materassino era urina appartenente al neonato, dimostrando quindi che il bambino ha vissuto per alcune ore dopo essere stato lasciato nella culla termica.

L’autopsia aveva già stabilito che il piccolo è deceduto per ipotermia, in un intervallo compreso tra le 4 e le 10 ore successive all’abbandono. Con la conferma che fosse vivo al momento della deposizione nella culla, l’impianto accusatorio prende una direzione più chiara.

Attualmente la Procura di Bari indaga per omicidio colposo nei confronti di due persone: don Antonio Ruccia, parroco della chiesa, e Vincenzo Nanocchio, tecnico che nel 2014 installò la culla e che, nel dicembre 2023, intervenne per cambiare l’alimentatore dopo alcuni blackout.

Gli accertamenti tecnici condotti sulla struttura hanno evidenziato gravi malfunzionamenti: il materassino che avrebbe dovuto attivare la chiamata automatica al cellulare del parroco non era idoneo a rilevare il peso del neonato. Anche i sensori del tappetino e il climatizzatore della stanza non risultavano correttamente funzionanti, lasciando il piccolo esposto a temperature troppo rigide.

L’ipotesi di abbandono di minori a carico di ignoti resta formalmente aperta, ma potrebbe essere stralciata alla luce delle nuove evidenze. L’inchiesta potrebbe dunque concentrarsi esclusivamente sulla catena di responsabilità tecnica e gestionale della culla termica, nata per salvare vite e che, in questo caso, non ha funzionato come previsto.

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