Caldo estremo in Puglia, agricoltura e allevamenti sotto assedio

Lo stress da calore mette in crisi la produzione di latte e la sopravvivenza delle colture

L’agricoltura pugliese affronta una delle crisi più difficili degli ultimi anni a causa della siccità e dell’anticiclone nordafricano, che ha fatto impennare le temperature nelle aree interne della regione. Il caldo anomalo ha provocato gravi difficoltà sia agli allevamenti che alle coltivazioni, con effetti già tangibili sulla produzione e sull’equilibrio degli ecosistemi agricoli.

L’emergenza idrica è diventata il nodo centrale per l’intero comparto. Secondo le rilevazioni di Coldiretti Puglia, le riserve d’acqua regionali presentano un deficit superiore a 232 milioni di metri cubi rispetto alla loro capacità complessiva. Una mancanza così marcata incide negativamente sulla resa delle colture e costringe gli allevatori ad aumentare il consumo di risorse idriche ed energetiche, in un contesto reso ancora più complesso dalla penuria di mangimi.

Nelle stalle, la situazione è diventata insostenibile. Gli animali, sottoposti a temperature superiori ai 40 gradi, manifestano segni di forte stress termico. Il clima ottimale per le mucche si colloca tra i 22 e i 24 gradi: oltre questa soglia, si riduce l’appetito, aumenta il consumo d’acqua fino a 140 litri al giorno e cala la produzione di latte. Gli allevatori sono stati costretti a ricorrere a soluzioni straordinarie, come l’uso di ventilatori, docce refrigeranti e la somministrazione del cibo in più momenti della giornata, nel tentativo di contenere i danni.

Il fenomeno non si limita agli allevamenti: l’intera economia agricola è sotto pressione. La persistente assenza di piogge ha ridotto drasticamente la disponibilità idrica nei suoli e nei bacini, minando la sopravvivenza delle colture. I costi per mantenere le produzioni attive continuano a salire, mentre le rese diminuiscono a causa del calore estremo.

Secondo Coldiretti, la siccità rappresenta oggi la “calamità più grave” per il settore primario in Puglia, aggravata da cambiamenti climatici che hanno modificato la distribuzione temporale e spaziale delle precipitazioni. L’andamento meteorologico instabile e l’assenza di politiche efficaci di contrasto rischiano di rendere il 2025 ancora più critico del 2024, anno in cui si sono registrati danni superiori al miliardo di euro nelle campagne pugliesi.

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